Aspirazioni e speranze di Giuseppe Pavone giovane artista Calabrese

Quattro chiacchiere con il ventenne di Girifalco

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"Catanzaro Informa"

12/3/20243 min read

Arte E Cultura

Aspirazioni e speranze di Giuseppe Pavone

Giuseppe Pavone è un ragazzo di 20 anni. Abita a Girifalco e , sin dalla piccola età, ha avuto la passione per il disegno anche se non ha mai frequentato nessuna scuola di disegno. Si tratta di un ragazzo autodidatta che da qualche anno ha cominciato a disegnare tutti i giorni per pura passione, iniziando dapprima dai fumetti per poi finire alla realizzazione di ritratti e graffiti, raffigurati nella foto all’ interno della Scuola dell’infanzia Antonietta Levato di Amaroni.

Quando e come nasce il tuo percorso artistico?

Ho sempre amato disegnare, fin da piccolo. Da adolescente copiavo fumetti. Ricordo che terminavo i compiti il prima possibile per prendere la matita in mano e mettermi a disegnare. Era un’esigenza forte. Forse anche perché il mio percorso scolastico era ben lontano dalla mia indole artistica. È stato così anche per quello universitario.

Ho scoperto di amare i ritratti intorno ai 17 anni e ne ho approfondito lo studio da autodidatta, nei ritagli di tempo libero. È una frase già sentita, ma credo che calzi a pennello su di me: penso che sia stato il disegno a scegliermi e lo ringrazio per non avermi abbandonato in tutto questo tempo. Nonostante spesso abbia ritenuto necessario dare priorità ad altro e quasi sempre gli abbia dedicato le ore più stanche delle mie giornate, è rimasto lì a ricordarmi quanto quel ragazzo amasse oltre ogni cosa esprimersi attraverso un foglio di carta ed una matita. La mia scelta dopo molti anni è stata quella di dedicargli finalmente uno spazio ed un tempo a lungo reclamati nella mia vita.

Quali persone, artisti ed episodi hanno influenzato maggiormente il tuo lavoro?

La scintilla è scoccata quando rimasi incantato di fronte al lavoro di un bravo artista che, in una piazza gremita di gente, ritraeva con un carboncino uno dei tanti turisti di passaggio. Fu amore a prima vista. In quell’istante capii che il ritratto era sicuramente una direzione che, nel disegno, avrei voluto approfondire. Piuttosto che partire con lo studio dei grandi pittori ritrattisti del passato, sul quale sto cercando di soffermarmi più recentemente, ad attirare la mia attenzione ed a spingermi a migliorare sono stati diversi artisti che lavorano oggi, dei quali ho potuto apprezzare la produzione attraverso la rete Internet ed i social media.

Ho disegnato molti ritratti, alcuni per il puro piacere personale e come studio, altri su commissione. Non ho mai pensato in maniera consapevole a quale messaggio volessi veicolare o quale fosse la mia ricerca in campo artistico.

Mi interessava un viso, o mi veniva richiesto di rappresentarlo, ed io cercavo di ritrarlo nella maniera migliore possibile. Col tempo ho realizzato quale fosse l’idea che continuava a ronzarmi nella testa mentre tracciavo segni e sfumavo il tratto sul foglio da disegno. Cercavo di rappresentare non solo una mera somiglianza ma “la presenza” del soggetto, una sorta di essenza vitale sulla carta. Fare in modo che la persona ritratta sia “presente” di fronte all’osservatore, attraverso l’artificio del chiaroscuro ed una resa realistica dei dettagli, credo sia questo ciò che davvero perseguo più di ogni altra cosa.

C’è una parte della tua ricerca di cui vorresti parlare in particolare?

Ai ritratti su commissione voglio affiancare una produzione artistica personale. Da un po’ di tempo sto cercando dei volti interessanti da mettere insieme. Internet ed i social sono una fonte di ispirazione e di contatto ricche di stimoli e possibilità. Ho spesso molte cose in mente. Il lavoro più impegnativo consiste nel dare una forma concreta ed una direzione specifica a tutto quello che mi passa per la testa. Eseguo ritratti e graffiti di disegno artistico. Amo trasmettere quello che ho appreso negli anni e vedere i progressi.

Cosa consiglieresti ad un artista che vorrebbe vivere d’arte?

Ammiro molto chi ha intrapreso questa strada. Mi è capitato di scorgere una felicità negli occhi di alcuni artisti di strada che non ho visto in quelli di un manager che a fine giornata può ritrovarsi a contare sicuramente più banconote.